domenica 15 novembre 2015

Leggende funerarie in Val Trompia e Valle Sabbia

Ogni luogo si porta dietro leggende che, vere o false che siano, contribuiscono a renderne ancora più interessante la visita.
Ho trascorso il weekend in Val Trompia e per caso mi è capitato di venire a conoscenza di due leggende che mi hanno incuriosita. Cominciamo dalla prima...

La leggenda della Grapa (o Crapa) di Vaia



La cappelletta della Grapa (termine dialettale che indica teschio) di Vaia sorge nei pressi del Passo di Vaia, antico punto di transito fra la Val Sabbia, la Val Trompia e la Valcamonica. Il piccolo ricovero annesso alla cappelletta era usato come punto di riparo dai viandanti colti lassù dal maltempo o dalla stanchezza. All'interno dell'edicola, sotto un affresco raffigurante una Vergine col Bambino assieme a San Rocco e San Fermo, è conservato un teschio umano, "la grapa o crapa", oggetto di un'antica leggenda.
Un giorno, passando sulle rive del sottostante Lago di Vaia, un mandriano scorse un teschio che lo fissava dalle sue vuote orbite con un'espressione di supplica. Per nulla intenerito il pastore diede un calcio al cranio facendolo ruzzolare in acqua. Ripassando sul luogo il giorno successivo l'uomo si ritrovò di fronte quel teschio e ripeté il suo gesto poco rispettoso. Solo la terza volta che la scena si ripetè, un po' di timor di Dio scese nell'animo del montanaro che finalmente intuì di trovarsi di fronte ad un anima "confinata", una di quelle costrette a restare nei luoghi ove in vita avevano commesso peccato. Impietosito raccolse il teschio e poi, presso il Passo di Vaia, luogo di grande transito, costruì una cappelletta ove esporlo in modo che le preghiere dei tanti viandanti potessero liberare quell'anima dal castigo divino.


Altre fonti sostengono che in realtà molto probabilmente chi ha dato un contributo alla costruzione della cappella fu un uomo che proprio in quel luogo ebbe salva la vita.
La storia risale al periodo della Grande Guerra del 1915-18, quando il confine tra l’Austria e l’Italia era a Ponte Caffaro e molte persone acquistavano merci di contrabbando in Trentino perché il loro costo era minore. I contrabbandieri, viaggiando di notte per sfuggire al controllo della guardia di finanza che era distanza in paese, risalivano per Destrone-Brèe-Vaia, per poi ridiscendere in Valle Camonica dove potevano venderle. Uno di essi, giunto sul Monte Vaia, non trovando più la strada per la fitta nebbia, dopo avere girovagato a lungo, si trovò sul laghetto gelato. La sua paura fu grande e, temendo che lo spessore del ghiaccio si spezzasse al peso del suo corpo, pregò a lungo promettendo di costruire la santella in cambio della salvezza. A poco a poco la nebbia si diradò e poté trovare in tal modo la strada giusta per proseguire il cammino.

Se vi interessa ho trovato una favola per bambini inventata sulla leggenda della Crapa di Vaia. (pp. 44-47). Quale di queste sarà quella vera?

Storie misteriose popolano i racconti locali:ci spostiamo a Bagolino in Val Sabbia. Nella Chiesa di San Rocco si parla della presenza di una cripta contenente uno scolatoio per i corpi dei preti sepolti assisi su scranni di pietra. Pochissimi sono al corrente di questa leggenda, che forse non è poi così tanto finzione dal momento che esiste una porta murata visibile a tutti che il sacrestano sta vietando di far rimuovere a chiunque abbia espresso il desiderio di guardare cosa si trova all'interno di questa stanza nascosta. Come faccio a saperlo io? "Si dice il peccato non il peccatore!" :)

Ma a Bagolino esiste anche un'altra struttura singolare. La Santella delle povere anime. Fu eretta a memoria del luogo dove furono sepolte le numerose vittime della famosa peste del 1347. Interessante è l’affresco in cui San Rocco intercede per porre fine all’epidemia simboleggiata da fulmini scagliati da un Cristo- Zeus assiso tra le nuvole. In primo piano si può vedere la macabra scena del trasporto dei cadaveri degli appestati i quali, per rendere più sbrigativa l’operazione, venivano agganciati dal collo con uncini da macellaio.

La Santelle delle Povere anime di Bagolino


Suggestivo anche il Cimitero  uno dei primi costruiti dopo l'editto di Napoleone, già in funzione  nel 1810. Suggestive sono le cappelle di famiglia in stile neogotico affacciate sulla strada. All'interno vi è un notevole patrimonio di croci di ferro battuto, vera testimonianza di come a Bagolino si lavorava il ferro.

Il cimitero di Bagolino, foto da www.ecomuseovalledelcaffaro.it


Ma le stranezze di questo paese non sono finite: un ex voto recentemente trovato in una bancarella di antiquariato raffigura il paese devastato nel lontano 1779 da un grosso incendio che distrusse la città e causò la morte di 500 povere anime.

Ex voto, foto da www.vallesabbianews.it

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