domenica 18 gennaio 2015

La nostra storia: battaglie risorgimentali ! (Parte prima)

Buongiorno Amici del Blog, oggi vi voglio parlare di un evento storico in cui si è fatta la storia dell'unificazione d'Italia durante il Risorgimento: le battaglie nel giugno del 1859 di Solferino e San Martino, nei pressi del fiume Mincio, a sud del Lago di Garda. Momenti del Risorgimento italiano davvero significativi, in cui tantissimi soldati morirono e il cui ricordo persiste ancora grazie alla creazione di due suggestivi ossari. Sono sicura che, per chi non ha ancora avuto modo di visitare questi luoghi, vi faranno venire voglia di programmare proprio qui la vostra prossima gita fuori porta.


Come arrivare:
Austostrada Milano-Venezia, uscita Sirmione, al casello troverete le indicazioni per il sito storico della Battaglia di San Martino. Solferino dista a una decina di chilometri a sud, ma troverete facilmente le indicazioni.

Veniamo con ordine alla storia e ai preamboli di queste battaglie...

Era il 24 giugno del 1859, la seconda guerra di indipendenza era iniziatala due mesi esatti. Il 23 aprile dello stesso anno Cavour respinge l’ultimatum austriaco che intimava i piemontesi di smobilitare l’esercito. La sua abile diplomazia aveva fatto guadagnare al Regno Sabaudo l’appoggio della Francia e di Napoleone III, a patto che la guerra fosse dichiarata dall’Impero Asburgico. Nelle prime settimane gli Austriaci avevano sperato di sferrare un duro colpo ai piemontesi, prima dell’arrivo delle forti truppe francesi, ma l’esercito alleato si mosse rapidamente e vinse numerose battaglie come a Magenta, nei pressi di Milano. L’esercito di Garibaldi invece era nel nord della Lombardia. L’armata austriaca si ritirò verso il Mincio: le sorti del conflitto si sarebbero decise in un territorio al confine tra Brescia, Mantova e Verona.

Quel giorno di giugno la disposizione in campo non era però chiara: nessuno dei contendenti conosceva l’esatta posizione dell’esercito nemico: i due eserciti erano schierati in realtà lungo due linee parallele tra Medole e San Martino, per una lunghezza di circa 20 Km

Lo schieramento dei due eserciti

Quel giorno si sarebbero combattute contemporaneamente 3 battaglie: sulla piana di Medole e sui colli di San Martino e Solferino. La battaglia iniziò alle prime luci dell’alba e perdurò sempre più cruenta fino a notte inoltrata tra brevi pause e riprese improvvise. Al termine l’esercito vincitore non abbe la forza di inseguire l’esercito vinto in ritirata. A Medole e Solferino furono le armate francesi che ebbe la meglio sugli Austriaci grazie anche all’utilizzo di un nuovo tipo di cannone. A San Martino fu invece l’armata Sarda a vincere il nemico dopo una battaglia incerta fino all’ultimo con atti di eroismo su entrambi i fronti. 

Questa giornata segnò la fine degli equilibri tra le potenze europee stabiliti durante il Congresso di Vienna del 1815 e pose le basi per il processo di unificazione del Regno d’Italia.

Il sole del 25 illuminò uno degli spettacoli più raccapriccianti che si possa immaginare: le ferite infettate dal caldo, dalla polvere, dalla mancanza d’acqua e di cure si fanno più dolorose e le esalazioni mefitiche ammorbano l’aria.

La Battaglia di San Martino e Solforino ebbe un esito tragico: oltre 40.000 soldati giacevano morti o feriti sul campo, in soccorso di quest’ultimi moltissime persone accorsero fin da Milano per curare e salvare vite umane. 

Tra i testimoni della battaglia l’imprenditore svizzero Henry Dunant, tristemente impressionato dal campo di battaglia di Solferino colmo di cadaveri, 3 anni più tardi decise di fondare la Croce Rossa



Per i caduti l’opera pietosa di seppellimento iniziò frettolosamente per evitare che la calura estiva facesse esplodere epidemie. Nei comuni coinvolti vennero aperte fosse comuni dove furono sepolti i corpi dei combattenti, ma con così poca profondità che spesso affioravano al solo smuovere della terra. 

Secondo quanto previsto dalla normativa sanitaria del tempo era possibile passare all’esumazione dei defunti soltanto dopo un tempo minimo di 10 anni. Al termine di tali anni un gruppo di persone guidate dal Senatore Luigi Torelli, lo stesso che durante le giornate di Milano issò il Tricolore sulle guglie del Duomo, intraprese quanto necessario pur di dare una degna sepoltura ai caduti. Il gruppo si fece promotore di una Società che ebbe come obiettivo la creazione di due ossari nelle località maggiormente colpite. 



Il 20 febbraio 1870 diedero vita a Milano alla Società di Solferino e San Martino per consentire tramite a una sottoscrizione pubblica la raccolta dei fondi necessari alla trasformazione di due chiese nelle due località, e facendo in modo che attorno ad esse ci fossero parchi e giardini, ove fosse dato ai parenti, ai commilitoni di erigere monumenti e ricordi e divenissero luoghi di pellegrinaggio per la gioventù che potesse toccare con mano cosa costarono l’indipendenza e l’unità d’Italia. Il lavoro coordinato di molte persone, spesso contadini, magari gli stessi che 10 anni prima li avevano seppelliti, permise nei mesi precedenti a cavallo della nascita della società tra il 1869 e il 1870 il disseppellimento dei resti di circa 10.000 soldati che vennero posti nei due siti. Il 24 giugno 1870, in occasione dell’undicesimo anniversario della battaglia, i due ossari vennero inaugurati alla presenza dei principi italiani, alle autorità di Francia e Austria e di fronte a una folla proveniente da tutta Italia, tanto era il desiderio di tutta la nazione di rendere omaggio ai suoi caduti che per l’occasione vennero organizzati dei treni speciali da Milano e Venezia.

Edmondo De Amicis a chiusura di quella giornata: 

Così terminò il giorno 24 giugno 1870, giorno doppiamente caro all’Italia, perché le ricorda una delle più gloriose vittorie dei suoi figli e una delle più grandi feste celebrate in onore dei suoi figli morti per esse. Possano i popoli che si strinsero oggi la mano su questi colli, a tutti cari e solenni, avere sempre dinnanzi, l’immagine di quelle tre bandiere sventolanti assieme sulla torre di Solforino e possa quell’immagine destare nell’animo di tutti un altissimo desiderio di pace, di fratellanza e di amore.


Siete curiosi di saperne di più riguardo a questi due ossari? Nei prossimi giorni ve li descriverò dettagliatamente! A presto :-)

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