martedì 4 novembre 2014

Il Rumore del Lutto e il Cimitero della Villetta a Parma




Si è tenuto a Parma dal 30 ottobre al 2 novembre 2014 l'ottava edizione del Rumore del lutto: uno spazio di riflessione sulla vita e la morte, che quest'anno ha avuto come tema l'Infinito . Diciannove eventi ad ingresso gratuito che spaziano dall'arte visiva al teatro, dalla musica alla filosofia, dalla letteratura alla spiritualità, per un dialogo e una riflessione dul valore della vita, elaborando e condividendo sentimenti e pensieri sulla morte.

Naturalmente non potevo mancare a quest'evento e dopo anni di tentennamento e impegni di diversa natura che mi hanno impedito di recarmi a Parma, quest'anno è finalmente giunto il momento.
Ho deciso di partecipare all'incontro di venerdì 31 ottobre 2014  presso la Galleria nord del Cimitero della Villetta a Parma " Le parole dei guardiani di pietra", condotto dall'attore parmigiano Marco Musso. Una scenografia davvero suggestiva in cui l'artista ha letto alcuni brani della nota antologia di Spoon River, che il poeta americano Edgar Lee Masters pubblicò cento anni fa.  Un'intro con canzone accompagnata da chitarra Dormono sulla collina ha echeggiato tra le fredde ed umide gallerie del Cimitero. Poche persone accorse, la cui presenza solitaria ha contribuito a rendere quasi spettrale ed enigmatica la rappresentazione. L'attore, aprendo il testo a caso, ha dato voce alle memoria perduta dei personaggi di Spoon River: il marito cacciato da casa, la donna che ha dovuto tener nascosta una gravidanza indesiderata, il giornalista...tante persone ritrovate la cui memoria, revocata dalle parole dei versi, è stata metaforicamente segnalata dal gesto dell'artista di sollevare le mattonelle collocate per terra davanti a lui. Non mattonella in realtà, ma lapidi di persone dimenticate e sconosciute, che grazie alle parole di Marco Musso hanno ripreso a parlare. Suggestione e commozione.

Al termine dell'evento mi sono aggirata tra i viali del Cimitero della Villetta. Fu voluto da Maria Luigia, duchessa di Parma, negli anni Venti dell'Ottocento e deve il nome "Villetta" al fatto che venne costruito nei pressi di una villa suburbano di proprietà dei Gesuiti, detta appunto "villetta". Progettato dall'Architetto Giuseppe Cocconcelli, si estende su una superficie rettangolare delimitata da mura perimetrali con ingresso di stile Neoclassico.
Il primo monumento in cui mi sono imbattuta per primo e che mi ha lasciato davvero "a bocca aperta" è il Monumento ai partigiani, eseguito nel 1968 e raffigurante un giovane sdraiato e riverso sul fianco, con le mani legate dietro alla schiena e la bocca spalancata per il dolore. Fiori di ogni tipo onorano la figura esanime drammaticamente stramazzata al suolo.

Per gli altri monumenti?...ve li mostro fra qualche giorno...:-)

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