domenica 30 marzo 2014

Visita a un cimitero della Barbagia

Le visite ai cimiteri Monumentali e non prosegue....ed eccoci oggi  in un cimitero che io reputo molto particolare: il Cimitero di Atzara, paese nel cuore della Barbagia in Sardegna. Perchè strano? Perchè nella sua semplicità mi ha rivelato alcuni spunti interessanti di riflessione che fra poco vi spiegherò.


Atzara è un rupestre paese nel cuore della Sardegna meno conosciuta, popolata da pastori e strane leggende mitologiche che vengono tramandata da madre a figlia ormai da secoli. Ormai sono anni che trascorro durante l'estate qualche giorno in questo luogo e sto cominciando ad affezionarmi agli aspetti più autentici di una regione conosciuta solo per il mare e le vacanze estive. La Sardegna è molto altro: sono i greggi di pecore che sbucano dietro a una curva di una strada di campagna, è quella vecchietta che ti sorride quando passi per una strada di paese, e quel gruppo di signori seduti al bar e che, anche se non ti conosco, ti offrono un bicchiere di mirto o meglio ancora, un bicchiere di Cannonau artigianale. Questa è la Sardegna per me!
Ma veniamo a noi...quest'estate sono riuscita finalmente a passare al Cimitero: collocato su una collinetta alla fine del paese, ha l'ingresso principale sul lato nella sommità dell'altura. Privo di una facciata significativa, un muro troppo recente e abbastanza anonimo per suscitare interesse, si sviluppa in tre grandi blocchi lungo il pendio, con un vialetto centrale che divide i campi. 
All'interno sono collocate principalmente tombe recenti
(che mi fa desumere che le concessioni per le sepolture sono di durata breve), ma alcune antiche hanno suscitato il mio interesse: un sarcofago molto antico di pietra, annerito dal tempo e coronato da una statua raffigurante una Madonna, anch'essa molto danneggiata dal tempo. Devo ammettere con tutta onestà che tale sepoltura mi ha suscitato una certa "agitazione"...poche volte mi è capitato di provare disagio davanti a una sepoltura, ma questa volta ho sentito un brivido che mi ha scosso durante un caldo pomeriggio di agosto. Non conosco nulla di questa tomba, ma è probabile che alcune leggende legate ai misteri di una sepoltura del Cimitero di Atzara che mi sono state in parte accennate da un amico del mio ragazzo (originario proprio di Atzara) facciano riferimento a questa sepoltura, forse la più antica. Prossima missione...informarmi meglio (e prometto che sarete informati!)
Nel cimitero non ci sono tombe significative a livello artistico: tuttavia la maggior parte delle sepolture conservano ottimi esempi di immagini di epoche passate, di persone vissute chissà quando...storie di un piccolo paese isolane, comari di paese, pastori o forse briganti...davvero suggestive, senza dubbio particolari e tipiche della zona.
Immagini nitide, come se fossero state scattate da poco tempo, ma che invece raffigurano persone vissute nei primi anni del '900 o forse anche prima. Storie di paese, che una "forestiera" come me difficilmente può sapere, ma guardate queste immagini! Le trovo davvero affascinanti ed è come se parlassero da sole!
Ma nel Cimitero di Atzara si possono trovare anche tombe di soldati che hanno raggiunto il "Continente" ( i sardi chiamano così il resto d'Italia, quella terra percepita lontana...) per combattere per un'Italia che forse nemmeno conoscevano e che per la quale hanno perso la vita, giovani soldati sottratti al duro lavoro nei campi o forse milizia arruolatasi volontariamente con la speranza di trovare poi una vita in "Continente" più sicura dal punto di vista lavorativo....
"Sciavicco Fiorenzo, ufficiale valoroso, cadde nel Trentino combattente per i  più alti e immutabili destini della Patria" così recita l'epigrafe della foto che trovate qui accanto...
Un'altra cosa che mi ha colpito è il fatto che tutte le tombe più antiche hanno epigrafi incise nel marmo della lapide con caratteri Liberty...uno stile che ha raggiunto anche il più piccolo cimitero nella lontana Sardegna. Guardando sempre la lapide del soldato valoroso qui a lato, nella sua semplicità una lapide ricca di elementi decorativi raffinati: le scritte in carattere liberty, l'Alfa e l'Omega, simboli da nascita e morte, la simmetria della struttura e gli alberi che decorano i lati...nella semplicità una raffinatezza degna di nota!


Come vedete Amici del Blog anche i piccoli cimiteri di campagna parlano, non solamente i blasonati Cimiteri Monumentali meritano una visita! 
A domenica prossima col cimitero di...:-) ( Ps, l'esame di cui vi avevo parlato è andato bene...e ora sono ufficialmente un'Accompagnatrice turistica :-) )



venerdì 28 marzo 2014

Passeggiata al Monumentale con un Artista!

Giornata uggiosa, sta quasi per iniziare a piovere, ma io e la mia collega Annalisa continuamo a girare tra le tombe del Monumentale nella speranza di trovare qualcosa per le nostre ricerche. Sono ormai le quattro del pomeriggio e sono un pò emozionata perchè ho in programma a breve un incontro con un ragazzo che ha una grande passione per la fotografia. Ci siamo conosciuti per caso, tra una pagina di Facebook sui cimiteri e l'altra, e abbiamo deciso di incontrarci (naturalmente al Monumentale) per condividere il nostro interesse per questi luoghi cosi' particolari. 

Marco Casiraghi, un fotografo di Cimiteri e non solo, con una formazione artistica presso fotografi rinomati e con già alle spalle diverse personali. Insomma...un Fotografo! ( con la F maiuscola!)

Vedo Marco avvicinarsi: un ragazzo molto alto ( dal mio metro e 65 vedo tutti così terribilmente alti...) longilineo e con un cappello nero alla Borsalino in mano..."strano" penso io...ma questo mi fa subito pensare che sto per conoscere una persona creativa e fuori dagli schemi. (naturalmente per me...)
Ci lanciamo in una passeggiata tranquilla per i viali del cimitero: il silenzio ci fa da compagno e la natura osserva le nostre ombre sulla ghiaia dei vialetti alberati. Mi lascio incantare dai racconti sulla sua infanzia e sulla nascita della passione per la fotografia associata al mondo dei cimiteri. Marco mi racconta che fin da bambino ha cominciato a passeggiare per i cimiteri: insieme ai genitori in vacanza nella Val d'Intelvi la meta delle passeggiate serali erano proprio il piccolo cimitero del paese. Stranezza che hanno fatto crescere in lui il desiderio di scoprire e approfondire la conoscenza di questi luoghi. "Passeggiare per i cimiteri è quasi terapeutico" mi dice Marco "e perchè no? stimola la mia creatività!" Luoghi che i più evitano per paura e che invece sanno parlare e trasmettere creatività alle menti più aperte e anticonformiste.

Un candore primitivo aleggia nelle sue foto: un senso di indeterminatezza e incertezza che ti stordisce, quel contrasto tra i corpi bianchi marmorei e il nero dello sfondo ti spiazzano. Un'anima che fuoriesce dalle tenebre dell'inconscio, corpi spettrali che avanzano verso di te con fare minaccioso, due mani conserte che si stringono vicino al grembo di una giovane donna morta prematuramente. Le foto di Marco non sono semplici foto, sono foto che ti penetrano nell'animo e ti fanno riflettere: sono una seduta di psicanalisi visiva. 
Sarebbe troppo semplice associare l'idea dei cimiteri a un'immagine spenta, priva di colore e in bianco e nero...il nero, colore per eccellenza di questi luoghi, del dolore, della tristezza e del mondo nascosto. Per Marco non è così: le sue foto sono catartiche, ti purificano!Un fotografo a tutto tondo, vi dicevo, con mostre personali all'attivo, come la prima intitolata "Variazioni sui Giardini delle Ombre", in cui sono state esposte immagini del Cimitero di Staglieno e nel 2009 un'altra personale intitolata"Il mio cuore messo a nudo", una raccolta di ritratti e autoscatti sull'ambiguità e sull'incertezza dell'esistere. 





Marco, piacere di averti conosciuta e buona fortuna! Sono sicura che le tue foto presto avranno molto successo 

:-)...e perchè no...magari riusciremo ad organizzare qualche lavoro "creativo" insieme...!!!










Per poter ammirare molte altre foto di Marco, vi consiglio di guardare il sito www.marcocasiraghi.com !





sabato 1 marzo 2014

Visita al Cimitero di Seregno

Classica mattina uggiosa invernale: nebbia, freddo e molta umidità. Sono agitata: mi sto recando a svolgere la prova scritta per un esame a cui tengo molto, per cui però, per una serie di coincidenze, ho avuto poco tempo per prepararmi. Non importa: a volte è anche giusto provare e tentare ( credo fermamente nel detto "aiutati che Dio ti aiuta" ). Prendo il treno da Milano Lambrate per Seregno, mi dirigo verso la sede del'esame, ripromettendomi che, se mi fossi sentita più o meno tranquilla (e a posto con la coscienza..) una volta terminato, sarei andata a visitare il cimitero della cittadina brianzola, perchè " prima il dovere poi il piacere..." e un piccolo premio a volte è più gratificante di qualsiasi altra cosa.

Esco dall'aula con la consapevolezza di aver avuto fortuna, il "rischio" di aver superato la prova è abbastanza alto ( :-) ) quindi mi posso concedere qualche ora di "svago". La nebbia sta lasciando posto a un cielo terso invernale e il miglior modo per scaricare la tensione è trascorrere qualche minuto in un luogo tranquillo. Mi dirigo verso il Cimitero cittadino senza grandi aspettative, le informazione trovate in rete sono poche e non mi sembra di essere venuta a conoscenza di opere di artisti a me noti in questo camposanto. La sede dell'esame è dalla parte opposta della cittadina, ma dopo circa 20 minuti di camminata vedo da lontano quello che sembrerebbe il Cimitero. Un lungo viale alberato e pedonale preannuncia l'avvicinarsi al camposanto. (lo scenario è lo stesso di Torino...naturalmente "in piccolo") Due grandi edifici, che cingono il cancello di ingresso, costituiscono la facciata: il camposanto, secondo quanto viene riportato a lato di una di queste due strutture, fu progettato nel 1908 dagli architetti M. Aliverni e Scanalini.

La nebbia si sta alzando, e il mio umore per riflesso si rasserena anche grazie all'adrenalina che mi assale ogni volta che sto per varcare la soglie in un nuovo Cimitero mai visitato: chissà cosa troverò, scultori famosi, storie toccanti, nuove sensazioni? La visita comincia e la mia attenzione cade su una grande edicola che sovrasta la rotonda vicino all'ingresso: l'Edicola Vismara, alta e imponente nelle sue linee liberty, mi porta alla mente le cappelle funerarie del Monumentale di Milano (non perchè sia particolarmente legata all'idea che Milano sia " Caput mundi", ma è uno dei cimiteri che meglio conosco, insieme a quello di Vigevano, quindi è il mio principale strumento di paragone, senza contare che Milano ha comunque avuto sempre grande influenza sulle realtà artistiche limitrofe). L'edicola Vismara riporta ai lati del portale di ingresso due raffinati angeli in bronzo a rilievo e riporta il nome della famiglia su una splendente targa a mosaico oro.

Un' altra edicola, di cui mi sfugge il nome della famiglia concessionaria, colpisce la mia attenzione in quanto sembra una vera e propria chiesetta di montagna altoatesina con tanto di campanile e tetto spiovente.

Mi perdo tra i viali e trovo stranezze e tombe degne di un "cimitero monumentale" . Le statue in bronzo di due cani  fanno da custodi a una tomba di famiglia, un'altra sepoltura poco distante è preceduta da una bellissima donna in marmo di Carrara vestita secondo i dettami della moda ottocentesca. E' inginocchiata su un confessionale e prega per il defunto.  E' collocata all'interno di una teca che protegge la figura ed è probabilmente da poco stata restaurata in quanto risplende il candore del bianco del materiale che rivela la finezza di intaglio e la maestria con cui l'autore ha creato questa splendida opera che gli venne commissionata per la tomba delle Famiglie Giovanni e Luigi Vismara.(probabilmente Vismara è un cognome molto diffuso nella zona ) Come non notare il bellissimo scialle ricamato in pizzo che ricopre le spalle della donna, il cui volto teso e smagrito per il dolore del lutto, è rivolto verso il basso in momento di preghiera e riflessione. Ogni particolare è eseguito alla perfezione, dal cesto di fuori che è collocato davanti alla panca, al drappo di tessuto che ricopre la stessa. Ennesima dimostrazione che anche nei cimiteri di provincia è possibile trovare opere artistiche degne di nota.

Continuo il mio percorso e  trovo due tombe che riportano statue di giovani in tenuta sportiva " da calciatore":  probabilmente ragazzi morti prematuramente, strappati al fiore della giovinezza e venuti a mancare in quell'età in cui si coltivano le prime passioni come il calcio e il tifo per la squadra del cuore. Non conosco il motivo del loro decesso, forse qualche incidente stradale, ma di sicuro le rispettive famiglie hanno voluto ricordarli così: allegri e solari, pronti a scendere in campo in una partita amichevole della squadra dell'oratorio. (o forse anche in qualche partita di livello superiore...) Mi imbatto anche nella tomba di un altro giovane che riporta la statua di un ciclista a lato della sua bicicletta, forse in occasione di una competizione ciclistica. Solare e deciso sembra in posa per la classica foto di rito prima dell'inizio della gara. 

Pietà, deposizioni: ogni buon cimitero che si deve rispettare conserva opere di questo tipo...ma anche la statua di un signore, seduto sul basamento di granito rosso, che rilassa le proprie membra dopo una dura giornata di lavoro ( e forse dopo un'intera vita di duro lavoro...). Spossato e triste nella sua stanchezza e impotenza di fronte allo scorrere del tempo, una vita di  sacrifici e privazione che probabilmente hanno contraddistinto la sua modesta vita ...un'opera più o meno recente (ammetto di non aver guardato la data di morte del signore...probabilmente anni '70) eseguita secondo lo stile del "non finito", dai tipici profili appena abbozzati e poco levigati. La mia immaginazione vola, cercando di immaginare la vita di quest'uomo, che, con questa scultura, ci ha comunque lasciato un messaggio, le cui parole aleggiano nell'aria o vengono sussurrate del leggero vento che fa muore le foglie secche tra le lapidi.

Mi dirigo verso l'uscita, è ormai trascorsa quasi un'ora ed è il momento di riprendere il treno per Milano: vicino al cancello trovo altre opere che attirano la mia attenzione. Un  bellissimo angelo di marmo bianco, purtroppo rovinato, che indica il cielo e una strana struttura di bronzo che raffigura un'ancora.

...Ogni cimitero parla, e solamente chi ha la mente libera da pregiudizi è in grado di udire le parole che compongono le storie di queste vite...


...alla prossima Amici ( ps...l'esame è andato bene, ora mi aspetta l'orale :-) )